Sono incappati in una tempesta di sabbia i quattro elicotteristi italiani morti a Nassiriya nello schianto del loro velivolo. Il comando delle nostre forze impegnate in Iraq ha escluso l' ipotesi di un attacco dei ribelli. Lutto in quattro famiglie. L' incidente, che ha fatto salire a 31 i caduti italiani in Iraq e ha portato il dolore in quattro famiglie, è accaduto intorno alle 23 di lunedì notte. I quattro elicotteristi dell'esercito, il colonnello Giuseppe Lima, il capitano Marco Briganti e i marescialli Massimiliano Biondini e Marco Cirillo, stavano rientrando alla base con il loro AB 412 dopo aver accompagnato un collega all'aeroporto di Kuwait City.
L' ipotesi di un attacco come causa principale dello schianto sembra esclusa.
L' inchiesta quindi si concentrerà sulla questione dei filtri antisabbia e dell'addestramento al volo notturno. Con la stessa domanda di fondo, ripetuta ormai da due anni: la missione italiana ha mezzi e preparazione adeguati alla spedizione irachena?
« Non voglio lucrare su questa storia anche perché in questa ennesima tragedia ho perso due amici. Ma i nostri comandanti sanno cosa è successo, sanno quante ore di addestramento avevano fatto prima di questo drammatico volo » . L' ufficiale frena a stento l' ira. E' uno dei quattro ad avere rifiutato la missione in Iraq nel 2004. « Questi elicotteri non hanno difese anti missile adeguate - aveva denunciato - e la nostra preparazione alle azioni notturne è stata frettolosa »
fonte:
Gli elicotteri militari continuano a precipitare, sempre per cause meccaniche, motivi inspiegabili o incidenti. Non vengono mai abbattuti in zona di guerra, non si pone mai il problema se sia necessario che i voli di addestramento avvengano vicino a zone abitate
martedì 31 maggio 2005
giovedì 26 maggio 2005
Precipita elicottero nel comasco, 5 morti
Un elicottero dell'Aeronautica militare è precipitato, per cause ancora da chiarire, nel primo pomeriggio di martedì sul versante nord-est del monte Palanzone fra i territori dei Comuni di Caglio e Sormano, a circa mille metri di quota. L'incidente ha provocato cinque morti: il capitano Fabio Avella, il sottotenente Luca Grana, il primo maresciallo Alfonso Castronuovo, il sottotenente Mario Di Carluccio, e l'aviere scelto Angelo De Lucia. Sul posto si sono immediatamente recate le squadre del Soccorso alpino, dei Vigili del fuoco e i Carabinieri. La zona è raggiungibile soltanto attraverso strade forestali, percorribili da fuoristrada, tanto che i primi soccorsi sono stati portati dagli elicotteri del 118 di Como e dell'ospedale Niguarda di Milano.
In tutto, sull'elicottero caduto sulla montagna comasca - un Ab-212 della squadriglia Sar (Ricerca e soccorso) di Milano Linate - al momento del decollo c'erano sei militari. Uno di loro, il maresciallo Donato Barletta, era stato fatto scendere sul monte Palanzone prima dell'incidente. Questo gli ha consentito di potersi salvare. L'elicottero ha proseguito il suo volo di addestramento, per poi tornare a recuperare l'uomo lasciato a terra. Sarebbe stato durante la manovra di avvicinamento che è avvenuto l'incidente. La zona dove è avvenuto l'incidente, è la stessa dove il 15 ottobre 1987 precipitò un aereo Atr-42 partito da Milano con destinazione Colonia (Germania) e morirono 34 passeggeri e 3 membri dell'equipaggio.
fonte:
In tutto, sull'elicottero caduto sulla montagna comasca - un Ab-212 della squadriglia Sar (Ricerca e soccorso) di Milano Linate - al momento del decollo c'erano sei militari. Uno di loro, il maresciallo Donato Barletta, era stato fatto scendere sul monte Palanzone prima dell'incidente. Questo gli ha consentito di potersi salvare. L'elicottero ha proseguito il suo volo di addestramento, per poi tornare a recuperare l'uomo lasciato a terra. Sarebbe stato durante la manovra di avvicinamento che è avvenuto l'incidente. La zona dove è avvenuto l'incidente, è la stessa dove il 15 ottobre 1987 precipitò un aereo Atr-42 partito da Milano con destinazione Colonia (Germania) e morirono 34 passeggeri e 3 membri dell'equipaggio.
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